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25 Febbraio 2022
4 Minuti di lettura

Ristorazione collettiva: ecco le modalità di attuazione del contributo a fondo perduto.

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Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 22 febbraio 2022 il Decreto emanato il 23 dicembre 2021 dal Ministro dello Sviluppo Economico di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze con il quale sono stati definiti criteri e modalità per l’erogazione del contributo previsto dal Decreto “Sostegni-bis” per le imprese operanti nei servizi della ristorazione collettiva.

Le risorse finanziarie disponibili per l’erogazione di questo contributo sono pari a 100 milioni di Euro per l’anno 2021.

Possono beneficiare di questo contributo le imprese della ristorazione collettiva che, nel 2020, hanno subito una riduzione del fatturato non inferiore al 15 % rispetto al fatturato del 2019. Per le imprese costituite nel corso del 2019, la riduzione del fatturato, sempre nella misura del 15 %, è rapportata al periodo di attività del 2019 decorrente dalla data di costituzione ed iscrizione nel Registro delle imprese, prendendo in considerazione il fatturato registrato in questo periodo ed il fatturato registrato nel corrispondente periodo del 2020.

Quali sono le imprese che operano nei servizi della ristorazione collettiva? Sono le imprese che svolgono servizi di ristorazione definiti da un contratto con un committente pubblico o privato per la ristorazione non occasionale di una comunità delimitata e definita, come la ristorazione per scuole, uffici, Università, caserme, strutture ospedaliere, assistenziali, socio-sanitarie e detentive, la cui attività sia individuata dai codici ATECO delle mense e del catering continuativo su base contrattuale.

Le imprese che presentano istanza di accesso al contributo devono risultare regolarmente costituite, iscritte ed attive nel Registro delle imprese; devono avere sede legale o operativa nel territorio italiano; devono presentare un ammontare dei ricavi nell’anno 2019 generato per almeno il 50 % dai corrispettivi per i contratti suddetti; non devono essere in liquidazione volontaria o sottoposte a procedure concorsuali con finalità liquidatorie e non devono essere già in difficoltà alla data del 31 dicembre 2019.

L’aiuto previsto per tali imprese consiste in un contributo a fondo perduto. L’ammontare del contributo è determinato in funzione del numero di lavoratori dipendenti con contratto di lavoro in essere alla data del 31 dicembre 2019. Le risorse finanziarie a disposizione sono ripartite in uguale misura tra tutte le imprese richiedenti ed ammissibili fino al raggiungimento di un importo di 10.000 Euro. Le risorse finanziarie che rimangono successivamente alla prima assegnazione sono ripartite tra tutte le imprese richiedenti ammissibili in funzione del rapporto tra il numero di lavoratori dipendenti di ciascuna impresa e la somma del numero di lavoratori dipendenti di tutte le imprese richiedenti ammissibili.

Con riferimento a ciascuna impresa che presenta l’istanza di accesso al contributo, l’importo di esso è ridotto se necessario al fine di garantire il rispetto della normativa in materia di aiuti di Stato. Si tratta comunque di un contributo che non concorre alla formazione della base imponibile delle imposte sui redditi e non concorre alla formazione del valore della produzione netta.

Per ottenere il contributo, le imprese interessate devono presentare per via telematica un’istanza all’Agenzia delle Entrate, con l’indicazione della sussistenza dei requisiti. Ogni impresa può presentare una sola istanza di accesso al contributo, eventualmente anche tramite un intermediario delegato al servizio del Cassetto fiscale dell’Agenzia delle Entrate.

Le modalità di effettuazione dell’istanza, il suo contenuto, i termini di presentazione ed ogni altro elemento necessario all’attuazione della misura in questione dovranno essere definiti con un Provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate che dovrà essere adottato entro 60 giorni dalla pubblicazione del Decreto.

Il contributo sarà corrisposto dall’Agenzia delle Entrate mediante accredito diretto sul conto corrente bancario o postale indicato dal richiedente nell’istanza di accesso al contributo.

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