Abbiamo incontrato il Dott. Cuchel, presidente dell’Anc, Associazione nazionale Dottori Commercialisti, per capire meglio la missione della stessa e quale sia la posizione in merito alle recenti novità fiscali.
- L’ANC opera ormai da tanti anni. Qual è la sua missione?
La missione dell’Associazione Nazionale Commercialisti è inevitabilmente duplice, se da un lato il nostro mandato è quello di proteggere, promuovere e rappresentare gli interessi e le istanze non solo dei nostri iscritti, ma di tutti i Colleghi iscritti all’albo dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili, dall’altro i nostri sforzi per raggiungere il nostro primo obiettivo producono effetti che hanno un peso anche sulla qualità della vita dei contribuenti, e non solo in ambito fiscale.
Nel corso degli anni abbiamo ampliato e consolidato la platea dei nostri interlocutori politici e istituzionali, sono sempre di più i parlamentari che partecipano ai nostri eventi, che ci ascoltano, che traducono in emendamenti e iniziative concrete le nostre analisi sulla politica e la legiferazione e il funzionamento della macchina fiscale del nostro paese.
Faccio due esempi su tutti, ANC ha condotto praticamente da sola la battaglia per il riconoscimento del diritto alla salute del professionista. Finalmente abbiamo dato dignità ai Colleghi in caso di malattia, infortunio fino all’evento più tragico del decesso, prevedendo la sospensione degli adempimenti e relativi pagamenti fiscali per se ed ì propri clienti, una battaglia lunga 20 anni e che abbiamo vinto nel 2021 con l’approvazione dell’emendamento De Bertoldi alla legge di stabilità 2022, grazie al quale è stato riconosciuto anche a noi professionisti il diritto costituzionale alla salute, colmando un vuoto legislativo assolutamente discriminatorio. E ricordo la segnalazione indirizzata alla Commissione di Vigilanza sull’Anagrafe tributaria che ha determinato, da parte di quest’ultima, la decisione di avviare un’indagine conoscitiva nell’ambito della quale ha avuto luogo l’audizione dei vertici di Sogei in merito ai casi di accessi non autorizzati alle banche dati dell’anagrafe tributaria ed i relativi dossieraggi.
- Quali iniziative avete promosso e quali servizi fornite ai commercialisti?
Ai nostri iscritti forniamo anche vari servizi e occasioni di confronto oltre ad erogare formazione di qualità gratuita: convenzioni con partner commerciali e soggetti istituzionali che gravitano attorno alla nostra professione (software house, broker assicurativi, CAF, prodotti per l’ufficio etc.etc.), convegni e giornate formative organizzati sia a livello nazionale che locale in cui ci vantiamo di coinvolgere relatori e docenti di altissimo livello, eventi di natura politica come l’annuale Obiettivo Futuro (quest’anno alla 20° edizione che si terrà a Pisa il prossimo 6 Dicembre) cui partecipano i rappresentanti dell’intero arco parlamentare, i rappresentanti della pubblica amministrazione, del mondo accademico, di quello sindacale e istituzionale di categoria, in cui ogni relatore propone critiche e soluzioni per migliorare fisco e paese. Il nostro ruolo inoltre ,come detto, è quello di rappresentare gli interessi dei Colleghi, di farci portatori delle loro istanze, dove si legifera in materia fiscale e societaria, il nostro impegno è rivolto soprattutto a questo obiettivo.
- In questo periodo i commercialisti, con i clienti, stanno valutando il Concordato preventivo biennale. Qual è la posizione dell’ANC in merito?
Le modifiche normative con le quali è stata modificata in modo sostanziale la struttura del CPB a partire da Agosto fino a pochi giorni prima della scadenza del 31 Ottobre hanno impedito di fatto a noi commercialisti di illustrare correttamente e compiutamente la proposta di concordato dell’ AdE ai nostri clienti e a i clienti di comprenderla nella sua interezza per una scelta in piena consapevolezza, andando a ledere di fatto i dettami dello Statuto del Contribuente e del corretto rapporto fisco/contribuente. Il CPB è uno strumento che presenta profili discriminatori, fino a sfiorare l’intimidazione: prevede infatti che chi non accetta la proposta, tra l’altro una proposta assolutamente unilaterale fondata principalmente sul calcolo degli ISA 2023, entri nelle liste selettive dei controlli, sia oggetto di un inasprimento del regime sanzionatorio che prevede la chiusura dell’attività fino 6 mesi, subisca l’interdizione dai pubblici uffici e altre misure di grande impatto, non abbia la possibilità di godere degli effetti della sanatoria 2018-2022 e non possa usufruire della tassazione di favore. Il CPB potrebbe determinare un minor gettito per le casse dello stato. L’adesione, già sotto le attese, è stata effettuata infatti, secondo le nostre stime, da quei contribuenti già certi oggi di un aumento del proprio reddito ne 2024 e 2025. Si potrebbe configurare un danno erariale che andrebbe in direzione totalmente opposta rispetto a quella per cui era nata l’idea stessa dello strumento del CPB. La motivazione principale con cui la politica ha motivato l’introduzione del CPB è stata l’intenzione di sopperire all’impossibilità, stante un organico non sufficiente, di eseguire controlli fiscali sulle partite IVA del paese. Ma il CPB strumento induttivo di determinazione del reddito, agisce basandosi su criteri statistici e non è in grado di intercettare il reddito effettivo del soggetto economico. Il risultato di questa impostazione non poteva che essere la bassa adesione alle proposte dell’AdE, confermata, anzi direi certificata dalla riapertura dei termini per l’accettazione al 12 Dicembre.
- In riferimento invece alla riforma fiscale, qual è la vostra opinione?
Della riforma fiscale sicuramente apprezziamo la celerità con cui si stanno emanando i decreti attuativi che principalmente vanno a mettere ordine in un sistema oggettivamente incomprensibile con evidenti contraddizioni, ma non possiamo che essere critici sulla distanza che sta separando la messa a terra rispetto agli obiettivi dichiarati. Si era espressa una volontà prioritaria di semplificare un fisco caotico, complesso e trasformato in continuazione da una legiferazione schizofrenica, distante dal contribuente, si era assicurato nel 2024 l’avvento di un calendario fiscale dalla linearità e razionalità mai vista. Come sanno tutti i colleghi, è andata come gli altri anni anzi peggio, circolari e faq dell’AdE arrivate in massa e a pochi giorni dalle scadenze, decreti pubblicati in GU a scadenza ormai spirata, avvisi di irregolarità richiesta di documenti anche nel mese di agosto, deroghe continue allo statuto del contribuente eccc. Semplificazione, riequilibrio del rapporto fisco / contribuente, rafforzamento dello statuto de contribuente, certezza del diritto, eliminazione delle sanzioni formali per atti che non producono danno erariale, riduzione della pressione fiscale, centralità del commercialista nel rapporto tributario, purtroppo sono tutti principi più volte enunciati ma che rimarranno ancora una volta nel cassetto.
Per ulteriori informazioni sull’Anc www.ancnazionale.it.