string(14) "sidebar attiva"
Novità Irpef - Ires
11 Febbraio 2022
4 Minuti di lettura

Compensi per certificati di rating per imbarcazioni italiane: esclusa la rilevanza fiscale.

Scarica il pdf

L’Agenzia delle Entrate ha risposto ad un quesito riguardante la rilevanza fiscale degli importi corrisposti per il rilascio dei certificati di rating da parte dell’Offshore Racing Congress Limited in riferimento alle imbarcazioni italiane.

A presentare istanza di interpello è un ente senza scopo di lucro che promuove, organizza e disciplina l’attività velica in tutte le sue forme, sostenuto dal CONI. L’istante si occupa, in particolare, della vela d’altura, ossia della vela sportiva che viene svolta con imbarcazioni a chiglia fissa che partecipano a regate sia costiere, che di lunga percorrenza. Le imbarcazioni hanno caratteristiche diverse tra loro e per poter gareggiare insieme sono soggette ad un sistema di classificazione (rating) costruito prendendo in considerazione diversi parametri, come la lunghezza delle barche, i materiali utilizzati per la loro costruzione, l’altezza dell’albero e così via.

Il soggetto che provvede all’emanazione dei certificati con i quali viene attribuito il rating a ciascuna imbarcazione è l’Offshore Racing Congress Limited, con sede a Londra. Si tratta dell’autorità internazionale che si occupa dell’istituzione, della gestione e dell’amministrazione delle regole di misurazione finalizzate alla definizione del rating delle imbarcazioni. Anche tale organismo non ha scopo di lucro.

L’ente istante partecipa come associato al suddetto organismo internazionale come tutte le altre organizzazioni sportive della vela degli altri Paesi. Gli associati sono tenuti a versare delle somme in relazione al totale dei certificati di rating emessi in relazione alla propria nazione. Tali somme sono destinate a finanziare lo svolgimento delle attività da parte dell’autorità internazionale. Gli importi da versare sono indicati nelle note di debito emesse dall’organismo internazionale senza applicazione dell’Iva.

Il quesito posto all’Agenzia delle Entrate riguarda la rilevanza nel nostro Paese degli importi pagati all’organismo estero da parte dell’ente nazionale istante per l’emissione dei certificati di rating richiesti per le imbarcazioni italiane e la conseguente necessità che l’istante stesso, in qualità di sostituto d’imposta, applichi alle erogazioni in questione la ritenuta alla fonte nella misura del 30 %.

L’Agenzia delle Entrate, nella Risposta n. 80 dell’8 febbraio 2022, ha ricordato la disposizione del Testo Unico delle Imposte sui Redditi secondo la quale sono da considerarsi prodotti in Italia i compensi per l’utilizzazione di opere dell’ingegno, di brevetti industriali e di marchi d’impresa, nonché di processi, formule ed informazioni relativi ad esperienze acquisite nel campo industriale, commerciale o scientifico, se corrisposti da soggetti residenti in Italia.

Qualora i compensi siano erogati a soggetti non residenti, i soggetti che li erogano e sono residenti in Italia dovranno operare, all’atto del pagamento, una ritenuta del 30 % a titolo d’imposta sulla parte imponibile dell’ammontare dei compensi.

Nel caso esaminato dall’Agenzia delle Entrate, i certificati di rating sono richiesti all’organismo internazionale da un’associazione riconosciuta dall’ente istante che ha come oggetto sociale lo sviluppo dell’attività sportiva velica d’altura e segue le direttive poste dall’istante stesso. Questa associazione richiede i certificati per conto dei singoli tesserati o delle singole associazioni affiliate proprietarie delle imbarcazioni.

L’organismo internazionale rilascia i certificati di rating, elaborati utilizzando un software di sua proprietà e che rientra nella sua disponibilità esclusiva, ed addebita periodicamente ai propri associati, tra i quali l’ente istante, gli importi dei certificati emessi. L’addebito avviene mediante l’emissione periodica di una “nota di debito” nella quale sono specificati gli importi da versare senza applicazione dell’Iva. Successivamente, l’ente istante provvede a riaddebitare gli importi all’associazione di riferimento.

Il software per l’emissione dei certificati non è nella disponibilità dell’istante, né quest’ultimo è titolare di alcun diritto di utilizzazione del software stesso. Non si può parlare, pertanto, di compensi per l’utilizzazione di beni immateriali.

La conclusione espressa dall’Agenzia delle Entrate è che gli importi erogati dall’ente nazionale istante all’autorità internazionale per il rilascio dei certificati in questione non sono fiscalmente rilevanti in Italia, con particolare riferimento alla richiamata disposizione del TUIR che disciplina la rilevanza nel nostro Paese dei compensi corrisposti per l’utilizzazione delle opere dell’ingegno e di altri beni immateriali.

Articoli correlati
12 Luglio 2024
Sistema tessera sanitaria: aggiunte nuove funzionalità

Il sistema tessera sanitaria è stato recentemente aggiornato per includere nuove...

12 Luglio 2024
Aggiornamento dei Paesi dello scambio automatico conti finanziari

Il Ministero dell'Economia e delle Finanze (MEF) ha pubblicato un decreto, disponibile...

12 Luglio 2024
Come correggere le anomalie degli aiuti di Stato non registrati

L’Amministrazione finanziaria comunica ai contribuenti le irregolarità che hanno...

Affidati ad un professionista
Richiedi una consulenza con un nostro esperto