Con Sentenza n. 1023, depositata il 18 gennaio 2008, n. 1023, la Corte di Cassazione si è espressa in merito alla regolarità dell’accertamento ai fini IVA.
La Corte ribadisce che la fattura è idonea a documentare un costo per l’impresa e, qualora l’Amministrazione finanziaria sospetti l’emissione di fatture false, non spetta al contribuente provare la sua innocenza ma è l’Amministrazione stessa a doverne provare la colpevolezza.
Tuttavia, i giudici hanno stabilito che per provare l’emissione, da parte del contribuente, di fatture relative ad operazioni inesistenti, l’Amministrazione finanziaria può basarsi anche soltanto su delle presunzioni, se queste risultano essere gravi e concordanti, come ad esempio la mancata indicazione del luogo o tempo della prestazione.
Fonte: www.seac.it
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