Con Sentenza 8 maggio 2008, n. 18765, la Corte di Cassazione si è espressa in merito al reato di cui all’art. 2, D.Lgs. N. 74/2000, relativo alla dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti.
In particolare, la Suprema corte distingue il suddetto reato nel seguente modo:
- “semplice”, qualora l’indicazione degli elementi passivi fittizi sia contenuta in una sola dichiarazione o nella dichiarazione unificata prevista per l’imposta sui redditi e per l’IVA, relative allo stesso periodo d’imposta;
- “continuato”, qualora l’indicazione degli elementi passivi fittizi sia contenuta in due separate dichiarazioni, presentate per l’imposta sui redditi e per l’IVA relative allo stesso periodo d’imposta.
Di conseguenza, nel caso in cui il contribuente indichi nelle due distinte dichiarazioni (dei redditi ed IVA) elementi passivi fittizi, si assisterà ad un inasprimento della pena, in quanto il reato viene commesso con due azioni distinte, entrambe finalizzate alla frode fiscale.
Fonte: www.seac.it
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