Quale regime Iva per le prestazioni rese da una struttura che fornisce assistenza a persone con disturbi psichiatrici?
A presentare istanza di interpello è un’impresa sociale senza scopo di lucro che fornisce assistenza sociale non domiciliare a soggetti con disturbi psichiatrici. La società istante intende, in particolare, costituire delle unità abitative nelle quali i suoi operatori forniranno un’assistenza non continua che lasci una certa autonomia agli utenti.
In particolare, gli utenti dovranno pagare alla società istante una retta che comprenderà sia l’utilizzo dell’appartamento, sia un supporto degli operatori nello svolgimento delle attività quotidiane, sia l’utilizzo delle strutture comuni.
Quale trattamento Iva destinare alle prestazioni rese dalla società istante in questo tipo di strutture?
Nella Risposta n. 221 del 27 aprile 2022, l’Agenzia delle Entrate ha richiamato la disposizione contenuta all’articolo 10, primo comma, n. 21) del Decreto Iva secondo la quale sono esenti dall’Iva le prestazioni proprie dei brefotrofi, orfanotrofi, asili, case di riposo per anziani e simili, comprese le prestazioni di somministrazione di vitto, indumenti e medicinali, le prestazioni curative e le altre prestazioni accessorie.
Le prestazioni devono essere oggettivamente riconducibili ai servizi indicati nella disposizione normativa, senza che rilevi la natura giuridica del soggetto che effettua la prestazione, affinché possa trovare applicazione l’esenzione Iva.
L’Agenzia delle Entrate ha richiamato anche una Risoluzione del 2005 in tema di regime Iva applicabile alle prestazioni rese da un Residenza Sanitaria Assistenziale per Disabili che ospita soggetti portatori di handicap gravi impossibilitati a rimanere nel proprio nucleo familiare, che è una struttura che garantisce prestazioni sanitarie anche per la notte, che è organizzata anche per sostenere psicologicamente coloro che vi alloggiano e per rendere agli stessi delle attività di socializzazione. Si tratta di servizi assimilabili a quelli resi dalle case di riposo per anziani e, pertanto, è stata riconosciuta l’esenzione Iva anche ai servizi resi da una Residenza di questo tipo ai propri ospiti.
L’orientamento espresso dall’Amministrazione finanziaria è che l’elencazione contenuta nella disposizione normativa che riconosce l’esenzione Iva non deve intendersi come elencazione tassativa. Anche le prestazioni rese da organismi simili a quelli espressamente indicati dalla norma possono dirsi esenti Iva quando con tali prestazioni si assicura l’alloggio, eventualmente unitamente ad altre prestazioni considerate accessorie alla prestazione principale, a persone che per la loro condizione sono bisognose di protezione, assistenza e cura.
Affinché operi l’assimilazione per le Residenze Sanitarie Assistenziali per Disabili, è necessario che il servizio offerto consista nella gestione globale della struttura, analogamente a quello che avviene per le case di riposo per anziani (principio della cosiddetta “gestione globale”).
Anche le pronunce della Corte di Giustizia dell’Unione Europea sono state nella direzione di riconoscere l’esenzione Iva alla prestazione di messa a disposizione di alloggi sia nel caso in cui sia resa da una casa di riposo vera e propria, sia nel caso in cui sia resa da un centro residenziale per anziani. Inoltre, l’esenzione Iva deve essere riconosciuta sia per le prestazioni relative all’alloggio, sia per le altre prestazioni di sostegno e cura che i centri residenziali per anziani o le case di riposo sono tenute a fornire conformemente alla legislazione nazionale pertinente.
La conclusione espressa dall’Agenzia delle Entrate in riferimento al caso descritto in istanza di interpello è che possano essere fatturate in esenzione da Iva le rette richieste dalla società istante per i servizi di alloggio, per i servizi assimilabili a quelli di sostegno e cura della persona e per le altre prestazioni accessorie a questi ultimi servizi, tutti servizi resi agli ospiti della struttura portatori di handicap psichici.