(a) Il procedimento di traduzione
In alcuni gruppi, l’attività della società partecipata è talvolta così strettamente collegata a quella della capogruppo da potersi sostanzialmente considerare come un’estensione dell’attività di quest’ultima in un paese e in una moneta diversi. Qualsiasi variazione nei flussi finanziari della partecipata ha allora un immediato e diretto riscontro nei flussi finanziari della capogruppo, in quanto è questa a fornire alla partecipata la maggior parte dei mezzi finanziari di cui essa ha bisogno.
In tali circostanze, il procedimento di traduzione del bilancio della partecipata deve essere tale da permetterne l’inserimento nel bilancio consolidato come se tutte le operazioni, che detto bilancio riflette, fossero state effettuate dalla capogruppo nella propria moneta; conseguentemente:
– le attività e le passività di carattere monetario, nonché le altre attività e passività non monetarie che sono iscritte nel bilancio a valori correnti, sono tradotte al cambio alla data del bilancio;
– le altre attività e passività sono tradotte al cambio «storico», vale a dire al cambio alla data dell’operazione che ha dato loro origine. Nel caso di attività il cui costo sia stato assoggettato a rivalutazione o a svalutazione, per esempio con riferimento al loro costo di rimpiazzo od al loro valore netto di realizzo, la traduzione dovrà naturalmente essere effettuata al cambio alla data di tale rivalutazione o svalutazione;
– le voci del conto economico che derivano da attività e passività tradotte a tassi di cambio «storici», per esempio gli ammortamenti delle immobilizzazioni materiali, sono tradotte ai medesimi cambi applicati a tali attività e passività; – gli altri proventi e spese sono tradotti al cambio alla data dell’operazione che ha dato loro origine. Se tali operazioni fossero molto numerose ed estese a tutto l’esercizio, come è spesso il caso, e il descritto procedimento fosse quindi inattuabile, si potrà far ricorso a cambi medi, preferibilmente ponderati in relazione al volume di operazioni effettuate nel corso dell’esercizio. Per esempio tutti i proventi accreditati e le spese addebitate al conto economico in ogni mese dell’esercizio potrebbero essere tradotti al cambio medio in vigore in quel mese.
(b) Rilevazione e rappresentazione delle differenze di cambio
Le variazioni intervenute nel cambio nel corso dell’esercizio e l’applicazione di tassi diversi per la traduzione delle varie attività e passività, dei proventi e delle spese danno naturalmente luogo ad un utile o ad una perdita di cambio. Traducendo il conto economico della partecipata secondo il procedimento qui esposto, si perviene infatti ad un risultato d’esercizio in moneta della capogruppo che, sommato al patrimonio netto della partecipata quale era stato determinato in moneta della capogruppo alla fine dell’esercizio precedente, non corrisponde all’ammontare della differenza fra le attività e le passività della partecipata così come sono state tradotte in moneta della capogruppo.
Come già detto, quando l’attività di una società partecipata, che operi in un paese diverso da quello della capogruppo, è in effetti parte integrante dell’attività di quest’ultima, qualsiasi variazione del rapporto di cambio tra le monete di tali paesi ha immediate conseguenze sui flussi finanziari della capogruppo. Conseguentemente l’utile (o la perdita) di cambio in questione va accreditato (o addebitato) ad apposita voce del conto economico consolidato.
Pertanto, si raccomanda l’applicazione del cosiddetto metodo temporale per la traduzione, ai fini del consolidamento, del bilancio di una partecipata estera le cui attività siano interdipendenti con quelle della capogruppo.