Il postulato secondo cui il costo costituisce il criterio base delle valutazioni di bilancio dell’impresa in funzionamento presuppone una moneta di conto il cui potere d’acquisto sia ragionevolmente stabile nel tempo. Un valore di costo perde infatti rapidamente il proprio significato allorché la moneta che è servita a misurarlo è soggetta alle conseguenze di una forte inflazione.
E’ opportuno osservare che se una partecipata (sostanzialmente autonoma dalla capogruppo, si veda capitolo 7.4) opera in un paese diverso da quello della capogruppo la cui economia è fortemente inflazionistica, la moneta di tale paese non può essere considerata un adeguato mezzo di espressione delle valutazioni di bilancio di tale partecipata. In tali circostanze, prima di procedere alla traduzione del bilancio della partecipata, è necessario provvedere a quelle rivalutazioni del costo delle immobilizzazioni materiali e dei relativi ammortamenti ed a quelle altre eventuali rettifiche del valore contabile delle altre attività, delle passività, dei proventi e delle spese che fossero opportune per l’eliminazione degli effetti dell’inflazione.
Se l’economia di un paese sia fortemente inflazionistica o meno è un problema da risolvere in base alle circostanze specifiche, tenendo conto per esempio del tasso d’inflazione corrente e cumulativo e del capitale impiegato nella gestione della controllata. Normalmente un’economia che sia soggetta ad un tasso cumulativo d’inflazione di almeno il 100% nell’arco di tre anni è da considerarsi fortemente inflazionistica.
Delle rivalutazioni ed eventuali rettifiche del valore contabile delle attività, passività, proventi e spese di una partecipata operante in un paese ad economia fortemente inflazionistica è naturalmente necessario fornire esaurienti informazioni nella nota integrativa.