L’inclusione in bilancio consolidato di una partecipata estera, comporta l’eliminazione dei saldi infragruppo. A tal fine è necessario che gli stessi, nel bilancio d’esercizio o, successivamente, nell’ambito delle rettifiche per l’inclusione nel bilancio consolidato, siano convertiti ai tassi di cambio di fine esercizio imputando la differenza in conformità ai principi contabili di gruppo. Nell’Allegato VIII vengono presentati due esempi di applicazione di questa metodologia.
Nel caso in cui una voce monetaria dei suddetti saldi infragruppo rappresenti nella sostanza un’estensione o una riduzione dell’investimento netto della capogruppo nell’entità estera la relativa differenza cambio va imputata al patrimonio netto consolidato nella voce «Riserva da differenza di traduzione». Un esempio di questa fattispecie è costituito da un prestito immobilizzato concesso dalla capogruppo alla controllata estera con scadenza indeterminata e senza addebito di interessi che è di fatto assimilabile ad un finanziamento in conto aumento capitale.