Da un punto di vista sostanziale la partecipazione rappresenta una cointeressenza nel capitale di altra impresa. Un’azione o una quota esprimono una parte della consistenza patrimoniale dell’impresa cui esse si riferiscono. Tale significato diventa sempre più marcato allorché si passa dalle partecipazioni di influenza notevole fino alle partecipazioni di controllo. Soprattutto per quest’ultimo tipo di partecipazioni ciò che ha importanza non è soltanto il dividendo, ma anche e spesso la cointeressenza al risultato d’esercizio conseguito ed alla consistenza patrimoniale della partecipata, che l’azione o la quota rappresenta.
La valutazione di una partecipazione col metodo del costo può essere giustificata se la partecipazione stessa rappresenta un bene posseduto al solo scopo di conseguire un frutto – nella specie variabile – cosicché l’evidenza del costo serve per misurare la redditività dell’investimento. Soprattutto quando aumenta la percentuale di partecipazione, una rappresentazione contabile, fondata solo nella misurazione dei frutti finanziari (dividendi) dell’investimento, appare insufficiente.
Valutare le partecipazioni con il metodo del patrimonio netto significa, invece, riconoscere, contestualmente alla loro formazione, i risultati della partecipata – tradottisi in aumenti e diminuzioni intervenuti nelle consistenze patrimoniali sottostanti l’investimento – per rilevarli secondo il principio della competenza. Tale metodo va adottato nei casi in cui la partecipazione permette all’investitore di influire sul processo decisionale e quindi sulla politica di gestione della partecipata. In questo caso l’investitore è corresponsabile per quanto concerne la redditività del suo investimento-partecipazione e, quindi, è appropriato includere nel suo risultato di gestione la quota di competenza degli utili o delle perdite della partecipata, misurata in termini del suo investimento [1]. Con il metodo del costo, infatti, ciò che verrebbe riflesso periodicamente nel bilancio dell’investitore potrebbe non avere una correlazione con i risultati della gestione e con la consistenza patrimoniale della partecipata, atteso che, spesso, la politica dei dividendi non riflette tali risultati; in alcuni dei casi in cui la partecipante non esplica un’influenza sul processo decisionale della partecipata, il metodo del costo può, invece, essere appropriato [2].
La determinazione della quota di competenza degli utili, delle perdite e delle consistenze della partecipata non comporta una mera operazione aritmetica. Essa va effettuata misurando detti valori in termini del proprio investimento, nel rispetto dei postulati del bilancio, ivi incluso quello universalmente riconosciuto della prudenza; tale postulato vieta il riconoscimento di utili non realizzati, quali sono quelli derivanti da operazioni tra partecipante e partecipata che non si siano realizzati tramite operazioni con i terzi. Ciò comporta che il metodo del patrimonio netto deve produrre gli stessi effetti di misurazione di un procedimento di consolidamento; ossia esso deve produrre nell’azienda che lo applica lo stesso risultato di esercizio e lo stesso patrimonio netto che si otterrebbero con il bilancio consolidato o bilancio a consolidamento integrale; pertanto valutare con il metodo del patrimonio netto significa effettuare, da un punto di vista pratico, un consolidamento sintetico.
Il metodo del patrimonio netto non è, però, sufficiente a risolvere la problematica delle partecipazioni per numerose imprese che detengono rilevanti partecipazioni di maggioranza; per dette imprese la valutazione delle partecipazioni è inscindibile dalla loro rappresentazione in bilancio, cosicché lo strumento adatto a cogliere tale rappresentazione è solo il bilancio consolidato.
Il bilancio consolidato consente di ovviare a carenze informative e valutative ricorrenti in numerose fattispecie, quali le holdings.
La funzione informativa del bilancio consolidato viene trattata nell’apposito documento, redatto da questa Commissione, al quale si rinvia. E’ sufficiente qui ricordare che il bilancio consolidato offre una visione globale della consistenza patrimoniale del gruppo e delle sue variazioni, inclusi i risultati d’esercizio, mentre il bilancio della sola partecipante ha talvolta ridotta significatività, ancorché redatto con l’applicazione del metodo del patrimonio netto.