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Saggi
26 Luglio 2019

Crowdfunding – La genesi di nuove forme di finanziamento collettivo

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Con il termine crowdfunding (termine inglese, da crowd, “folla”, e funding, “finanziamento”), in italiano finanziamento collettivo, si intende quel processo collaborativo di un gruppo di persone che utilizza il proprio denaro in comune per sostenere gli sforzi di persone e organizzazioni. È una pratica di microfinanziamento dal basso che mobilita persone e risorse.

Si tratta in buona sostanza di una forma di finanziamento alternativo, una sorta di raccolta fondi del nuovo millennio che ben si sposa con le nuove tecnologie che orami dettano ritmi e modalità operative nei giorni nostri.

Il mondo virtuale consente infatti di mettere in contatto e di divulgare idee, progetti, persone o gruppi di persone e capitali con estrema velocità e facilità senza costi per gli spostamenti fisici; in buona sostanza si riesce a raggiungere e coinvolgere una platea sostanzialmente illimitata a cui chiedere sostegno economico per una iniziativa ritenuta valida.

Per comprendere l’ambito operativo bisogna individuarne la genesi. Il termine crowdfunding trae la propria origine dallo crowdsourcing o sviluppo collettivo di un prodotto.

Il finanziamento collettivo si può riferire a iniziative di qualsiasi genere, dall’aiuto in occasione di tragedie umanitarie al sostegno all’arte e ai beni culturali, al giornalismo partecipativo, fino all’imprenditoria innovativa e alla ricerca scientifica.

Il finanziamento collettivo è spesso utilizzato per promuovere l’innovazione e il cambiamento sociale, abbattendo le barriere tradizionali dell’investimento finanziario. Negli ultimi anni sempre più spesso è stato invocato come una sorta di panacea per tutti i mali e un’ancora di salvezza per le economie colpite dalla crisi finanziaria.

Il crowdfunding è un fenomeno nato in Australia e negli Stati Uniti, attraverso il quale il promotore di un’iniziativa a carattere economico, sociale, culturale o benefico richiede al pubblico indistinto (crowd), tramite un sito internet (il portale o piattaforma), somme di denaro, anche di modesta entità, per sostenere il progetto esposto (funding).

Le iniziative di finanziamento collettivo si possono distinguere in iniziative autonome, sviluppate ad hoc per sostenere cause o progetti singoli, e piattaforme di crowdfunding.

Colui che ha portato alla notorietà il crowdfunding oltreoceano è Barack Obama, pagando parte della sua campagna elettorale per la presidenza con i soldi donati dai suoi elettori, che erano i primi portatori di interesse.

Nella storia delle comunità ebraiche era presente, già ai tempi della diaspora dopo la distruzione del Tempio da parte dei Romani, una forma di finanziamento collettivo. Gli ebrei ricchi donavano alla comunità per il mantenimento degli studiosi per il sostentamento delle famiglie più povere. Nel 1600, era attraverso la raccolta capillare di fondi, cui partecipavano tutte le comunità coinvolte, che si finanziavano i monarchi europei.

Le piattaforme di finanziamento collettivo siti web (gestore) che facilitano l’incontro tra la domanda di finanziamenti da parte di chi promuove i progetti (offerente) e l’offerta di denaro da parte degli utenti (investitore).

Le piattaforme di finanziamento collettivo si possono distinguere in:

–  generaliste, che raccolgono progetti di ogni area di interesse;

–  verticali o tematiche, ovvero specializzate in progetti di particolari settori.

 

Esistono diverse tipologie di crowdfunding, distinte in base alla finalità per la quale si raccolgono le risorse finanziarie, oppure in relazione alla remunerazione prevista per i finanziatori del web:

– il modello donation based, presume la raccolta di fondi per iniziative senza scopo di lucro. Il donante quindi non riceve nulla in cambio. Si tratta di uno schema particolarmente adatto al finanziamento di iniziative avente carattere sociale e civile, ad esempio quelle promulgate da iniziative no profit, enti a scopo sociale e altre associazioni che spingono la società a collaborare con intento caritatevole e filantropico;

– il modello reward based, che prevede, in cambio di una donazione in denaro, una ricompensa non monetaria: la ricezione di un premio oppure un riconoscimento immateriale, come un ringraziamento pubblico sul sito della società neocostituita. La ricompensa può essere commisurata al contributo oppure anche di valore simbolico; il più delle volte la ricompensa è rappresentata da un ritorno economico sotto forma di una somma di denaro o nel cosiddetto “pre selling” del prodotto/servizio che si è scelto di finanziarie, il quale può essere ottenuto prima della sua effettiva realizzazione sul mercato;

– il modello lending basedche si basa sui microprestiti a persone o imprese. Questo modello consente la raccolta di denaro tramite una piattaforma web che poi andrà ad erogare i fondi sotto forma di prestito, dietro corrispettivo finanziario, ad un’ampia serie di mutuatari. Si tratta di una forma di intermediazione creditizia in quanto la piattaforma gestisce le richieste di finanziamento ottenendo in cambio una remunerazione del capitale sotto forma di interessi. Propria per la particolarità della raccolta fondi questo metodo è sottoposto alla normativa del credito ed alla vigilanza della Banca d’Italia;

– il modello equity based, che prevede la partecipazione al capitale sociale dell’impresa e che attualmente è l’unica forma regolamentata in Italia dalla Consob. E’ quindi a tutti gli effetti una forma di investimento in strumenti partecipativi al capitale di rischio del progetto finanziato riconducibile quindi a quote di Srl o azioni di Spa). Nel 2012 infatti, con l’obiettivo di favorire lo sviluppo di un canale di finanziamento alternativo rispetto al credito bancario, il cui razionamento è stato esasperato dalla crisi finanziaria, il Governo ha disciplinato lo svolgimento dell’attività di equity crowdfunding in Italia, attraverso il Decreto n. 179/2012.

 

Mezzo

Il web è solitamente la piattaforma (portale) che permette l’incontro e la collaborazione dei soggetti coinvolti in un progetto di crowdfunding. Secondo il Framework for European Crowdfunding, «……l’ascesa del crowdfunding negli ultimi dieci anni deriva dal proliferare e dall’affermarsi di applicazioni web e di servizi mobile, condizioni che consentono a imprenditori, imprese e creativi di ogni genere di poter dialogare con la crowd per ottenere idee, raccogliere soldi e sollecitare input sul prodotto o servizio che hanno intenzione di proporre……».

Il crowdfunding è un’importante fonte di finanziamento per circa mezzo milione di progetti europei annui che altrimenti non riceverebbero mai i fondi per vedere la luce. Nel 2013 in Europa sono stati raccolti fondi pari a circa un miliardo di euro. Si stimano aumenti esponenziali nel prossimo futuro, migliaia di miliardi entro il 2020, grazie al crowdfunding, che trova tutti gli elementi per poter sprigionare al meglio le sue potenzialità nel web 2.0.

Il successo del finanziamento collettivo sta portando non solo alla nascita di svariate piattaforme che fanno da intermediari tra chi propone progetti e chi li finanzia, ma anche all’apertura di nuovi blog e siti che contribuiscono a diffondere questo nuovo tipo di finanziamento.

Il mercato di riferimento delle piattaforme di crowdfunding italiane continua a essere prevalentemente di tipo nazionale (73%) o locale (14%), sono poche le piattaforme che guardano fuori dai confini nazionali (12%). Tra le leve per la crescita del crowdfunding italiano, la cultura (73%) è al primo posto, le norme all’ultimo. Attualmente in Italia esistono ben 82 piattaforme censite per finanziare i progetti, di cui 13 ancora in fase di lancio e 69 già attive. Per quanto concerne, invece, le campagne destinate al finanziamento collettivo, dei 100.000 progetti presentati nel 2014, sono stati accettati e 6.300 (circa il 30%) hanno riscosso successo raccogliendo un totale di 56,8 milioni di euro. Sempre in merito alle campagne, il 91% dei finanziamenti ottenuti tramite crowdfunding ha raggiunto cifre comprese tra i 1.000 euro ed i 10.000 euro e il settore dell’equity (che è addirittura riuscito a raggiungere una dimensione media pari a 294.000 euro) ha superato di molto le donazioni destinate ad ambiti come, ad esempio, quello del reward o quello del donation. Questi i dati relativi al ruolo del crowdfunding in Italia: una formula alternativa di finanziamento collettivo, che sembra acquisire sempre più importanza anche nel nostro paese.

 

Autorizzazione

L’attività di gestione di portali per il crowdfunding, inquadrabile nell’ambito dei servizi di investimento, è stata ricondotta alla “ricezione e trasmissione ordini”, pertanto oltre alle banche e alle imprese di investimento autorizzate (“gestori di diritto”), è stato consentito ai sensi dell’articolo 3 della MiFID, che l’attività fosse svolta anche da altri soggetti sottoposti ad autorizzazione e alla vigilanza della Consob (“gestori autorizzati”). Il Decreto ha introdotto una disciplina speciale (nazionale) per i gestori di portali diversi dalle banche e dalle imprese di investimento, i quali devono essere iscritti nell’apposito registro tenuto dalla Consob, non possono detenere somme di denaro e strumenti finanziari di pertinenza di terzi e devono trasmettere gli ordini riguardanti la sottoscrizione e la compravendita degli strumenti finanziari esclusivamente a banche e imprese di investimento. L’iscrizione nel registro ha natura autorizzatoria, in quanto è subordinata alla sussistenza dei requisiti definiti dalla norma primaria e di quelli ulteriori, fra i quali quelli di onorabilità e professionalità, delegati alla potestà regolamentare della Consob.

 

Tipologie

Finanziamento collettivo per ricompensa (Reward Crowdfunding). Questo tipo di finanziamento collettivo, chiamata anche reward-based, è il più diffuso per numero di piattaforme e prevede per l’investitore una ricompensa commisurata con il contributo. Solitamente la piattaforma dà due o più scelte di contributo ordinate per entità e con ognuna associata la sua ricompensa. A seconda se l’obiettivo di finanziamento è stato raggiunto o no le piattaforme di questo tipo seguono due dei seguenti schemi: Keep-it-all (tieni tutto) oppure All-or-nothing (tutto o niente).

Finanziamento collettivo per donazione (Donation Crowdfunding). Il finanziamento collettivo per donazione è quel modello di crowdfunding in cui i sostenitori del progetto contribuiscono al medesimo finanziandolo senza aspettarsi un beneficio tangibile dalla donazione. Sono spinti cioè dalla dedizione-attaccamento alla «causa» e dall’emotività che la campagna è riuscita a suscitare. Per questo motivo, il modello donation-based è particolarmente sinergico con le organizzazione non a scopo di lucro o con quelle impegnate nel sociale.

Finanziamento collettivo civico (Civic Crowdfunding). Il finanziamento collettivo civico è uno dei tipi di raccolta fondi dal basso che sta riscuotendo maggior successo. Un numero crescente di soggetti istituzionali come comuni, enti provinciali, municipalità ecc. se ne sta servendo per finanziare opere pubbliche e attività di restauro del tessuto urbano. Il finanziamento civico propugna il superamento della separazione concettuale tra le sfere del privato, del pubblico e dell’impresa in vista di un bene e di un benessere comune.

«…… Un’economia civile sta emergendo, un tipo di economia fondamentalmente aperta e sociale. Si tratta di un’economia che sta fondendo la cultura del web 2.0 con la finalità civica. Nella nostra definizione la civic economy comprende persone, iniziative e comportamenti che fondono modi innovativi di fare dalle sfere tradizionalmente distinte della società civile, del mercato e dello Stato. Fondata su valori e obiettivi sociali, e utilizzando approcci di collaborazione profonda per lo sviluppo, la produzione, la condivisione della conoscenza e il finanziamento, la civic economy (economia civica) genera beni, servizi e infrastrutture comuni in modi che né lo Stato né l’economia di mercato da soli sono stati in grado di realizzare……»

Grazie al finanziamento civico alcune metropoli hanno realizzato importanti progetti.

Finanziamento sotto forma di capitale di rischio (Equity Crowdfunding). Il finanziamento sotto forma di capitale di rischio è una modalità di finanziamento che consente a società non quotate di raccogliere risorse finanziarie dal pubblico a fronte di quote azionarie. Secondo la definizione adottata da Consob: «Si parla di equity-based crowdfunding quando tramite l’investimento on-line si acquista un vero e proprio titolo di partecipazione in una società: in tal caso, la “ricompensa” per il finanziamento è rappresentata dal complesso di diritti patrimoniali e amministrativi che derivano dalla partecipazione nell’impresa.»

Finanziamento collettivo per prestito. Il modello per prestito è un modello di finanziamento collettivo attraverso il quale persone fisiche e giuridiche possono decidere di prestarsi fondi reciprocamente, a un tasso di interesse più o meno alto, al fine di realizzare un progetto. In questo caso è definito anche peer to peer lending (P2P). Esiste anche una forma di finanziamento collettivo per prestito, definita invoice trading, in cui il prestito è garantito da fatture emesse da chi richiede i fondi. Questo settore risulta più maturo rispetto ad altri tipi di finanziamento collettivo e in forte crescita.

Modelli ibridi di finanziamento collettivo. I modelli ibridi prevedono una commistione tra più modelli, esistono ad esempio modelli ibridi di ricompensa e donazione che costituiscono il cosiddetto modello chiamato per ricompensa/donazione. I modelli ibridi di finanziamento collettivo hanno il pregio di lasciare maggiore libertà ai sostenitori e la possibilità di intercettare il maggior numero di donatori al progettista. Difatti possono verificarsi casi in cui un sostenitore sia molto coinvolto emotivamente da un progetto, al punto da non essere interessato a una ricompensa concreta, ma solamente alla finalità del progetto; in questi casi il progettista solitamente decide di sostenere il progetto tramite una donazione tout court di importo più o meno consistente senza la richiesta di una ricompensa.

 

Modalità

I progetti che sono proposti sulle piattaforme di crowdfunding prevedono di norma un obiettivo, in termini di quantità di risorse, e una scadenza temporale entro la quale raccoglierle. Alla scadenza è possibile che il budget richiesto sia stato raggiunto, per cui tutte le promesse d’investimento saranno perfezionate e accreditate sul conto intestato al promotore del progetto (offerente), ma potrebbe anche verificarsi il mancato raggiungimento dell’obiettivo finanziario, per cui nessun versamento sarebbe perfezionato e il donatore (finanziatore) non si vedrebbe addebitare l’importo promesso. Nel primo caso il promotore dovrà procedere allo sviluppo del progetto e all’inoltro dei premi promessi ai donatori (quando previsti).

In merito ai costi delle operazioni di crowdfunding e alla remunerazione del gestore del portale si registrano comportamenti molto eterogenei. Alcuni portali trattengono una percentuale del capitale raccolto da ogni progetto di investimento, altri propongono servizi completamente gratuiti e si finanziano mediante le donazioni che i promotori dei diversi progetti vorranno offrire.

Il ruolo delle piattaforme di crowdfunding è di concentrare su un portale on-line i progetti presentati dalle startup e l’interesse dei potenziali investitori, facilitando in questo modo la raccolta di capitale da parte dei primi.

La mappatura delle piattaforme di crowdfunding italiane mostra una continua crescita del settore. Questa non appare più legata, come in passato, all’imitazione di modelli stranieri di successo, ma alla specializzazione settoriale e territoriale.

Tipicamente la presentazione delle richieste di finanziamento è effettuata attraverso piattaforme web che promuovono le iniziative presso i propri utenti e consentono loro di investire importi anche minimi. L’attività delle piattaforme, proprio perché rivolta ad un pubblico di potenziali investitori non necessariamente qualificati, assume i contorni della sollecitazione del pubblico risparmio e dunque si presta ad essere regolamentata nell’ambito MiFID. In alcuni paesi l’organo di vigilanza finanziaria regolamenta la materia caso per caso, come accade per esempio in Regno Unito.

In Italia Consob ha emanato un apposito regolamento nel giugno 2013 che consente a chi ne abbia i requisiti e previa autorizzazione dello stesso organo di vigilanza, di gestire piattaforme di finanziamento sotto forma di capitale di rischio. Queste piattaforme possono pubblicare le offerte di sottoscrizione dell’investimento, a condizione che gli offerenti rientrino nelle seguenti categorie: start-up innovative, PMI innovative, OICR e società che investono prevalentemente in startup o PMI innovative.

 

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