Dal 01 maggio 2014 il Piano Nazionale Garanzia Giovani (Youth Guarantee) è diventato operativo in tutta Italia.
Dopo un lungo e articolato percorso legislativo introdotto con la Riforma Fornero e poi via via ripreso, modificato e messo a punto con tutte le altre Riforme che ad essa si sono susseguite, ora abbiamo a disposizione un concreto strumento per agire contro la disoccupazione giovanile, attraverso un percorso che si sviluppa su più fasi e che vuole proprio seguire ed introdurre al mondo del lavoro i giovani, grande risorsa umana per l’economia e ancor più per la ripresa del nostro paese.
Proprio loro, i giovani, vera risorsa del paese, sembrano quanto mai fiaccati, stanchi e demotivati, dalla globale situazione di crisi che ormai da quasi un quinquennio attanaglia il nostro paese, tanto da farsì che vengano meno gli stimoli sia per una formazione quanto più specialistica possibile, sia per una ricerca attiva del lavoro nei vari comparti, alcuni dei quali offrirebbero comunque ancora oggi possibilità di inserimento.
Il dato della disoccupazione giovanile è oggi quanto mai preoccupante:
5.000.000 di giovani inoccupati, inattivi e disoccupati di cui 1.274.000 giovani che non lavorano né frequentano alcun corso di istruzione (così detti neet), di formazione o di aggiornamento professionale.
La situazione appare ancora più seria se analizziamo questi dati con particolare riferimento alla zona del mezzogiorno.
Anche in questo caso la Comunità Europea ci ha fornito un importante stimolo, con la raccomandazione del Consiglio dell’Unione Europea del 22.04.2013; in sintonia con ciò l’Italia deve garantire ai giovani di età inferiore ai 30 anni (ovvero dai 15 ai 29 anni e 364 giorni) “… un’offerta qualitativamente valida di lavoro, proseguimento degli studi, apprendistato o tirocinio, o altra misura di formazione, entro 4 mesi dall’inizio della disoccupazione o dall’uscita dal percorso di istruzione formale…”.
Per fare ciò sono stati previsti dei finanziamenti europei per i Paesi Membri che presentano tassi di disoccupazione superiori al 25%.
Vediamo meglio di che cosa si tratta.
La Youth Guarantee è una forma di politica attiva, ovvero una di quelle misure e azioni poste in essere al fine di:
- promuove l’occupazione (intesa sia come rapporto di lavoro subordinato che come iniziative di auto imprenditorialità);
- favorire l’inserimento o il reinserimento nel mondo del lavoro per coloro che attualmente ne sono esclusi;
- incidere sul mercato del lavoro creando nuova occupazione;
- intervenire preventivamente sulle possibili cause di disoccupazione;
- adeguare le caratteristiche professionali dell’offerta di lavoro alla domanda di lavoro;
- favorire l’incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro;
- incentivare le assunzioni;
- assicurare un eguale accesso al lavoro per chi si trova in posizioni più marginali.
In particolar modo la Youth Guarantee è un piano di politica attiva, resa attiva anche grazie alla formazione della Banca Dati prevista dall’art. 8 del D.L. 76 del 26.06.2013, che si propone di migliorare l’intermediazione pubblica tra domanda e offerta di lavoro (quindi coprire posti di lavoro già esistenti nelle aziende che, per questa disponibilità di posti, si rendono partecipi del piano).
Le aziende infatti assumono un ruolo fondamentale nel consentire l’attuazione del Piano di Garanzia, essendo esse stesse, in sinergia con lo Stato e le Regioni soggetti attori del programma, per contro beneficiano di un incentivo rappresentato dal minor costo del lavoro.
Il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Giuliano Poletti, nel presentare il Piano di Garanzia Giovani ha voluto infatti ribadire l’importanza del ruolo attribuito alle Aziende, attribuendo “… un ruolo decisivo al sistema imprenditoriale” e definendo le aziende “… vero motore dello sviluppo…”.
Destinatari:
I destinatari del progetto sono i giovani di età compresa tra i 15 e i 29 anni e 364 giorni residenti in Italia, cittadini comunitari o stranieri extracomunitari, regolarmente soggiornanti purché residenti in Italia, che non siano già impegnati in un’attività lavorativa né inseriti i un percorso scolastico o di formazione.
Sarà comunque data priorità agli interventi in favore dei giovani fino ai 24 anni di età.
Al progetto “garanzia giovani” potranno essere coinvolti, con percorsi all’uopo studiati anche quei soggetti minori di età sottoposti a procedure restrittive della libertà personale.
Attori:
Come abbiamo detto anche prima il piano straordinario è frutto di una collaborazione tra Stato, Regioni e Aziende (pubbliche o private); in particolar modo le Regioni svolgono un ruolo importante in quanto rappresentano gli intermediari tra “domanda dei giovani” e “offerta delle aziende”, definiscono e realizzano le misure del piano e razionalizzano, mediante la sottoscrizione di apposite convenzioni con il Ministero del Lavoro, le risorse complessivamente messe a disposizione dalla Comunità Europea valutando di volta in volta l’opportunità di implementare con risorse interne i fondi a disposizione.
Decorrenza del piano:
Il piano è operativo dal 01 maggio 2014 e fino al 31 dicembre 2015 tutti i soggetti interessati potranno aderire al programma registrandosi al portale nazionale a tale scopo messo a punto: www.garanziagiovani.gov.it o attraverso i portali predisposti dalle singole Regioni aderenti.
In alternativa alla registrazione telematica i soggetti interessati potranno comunque effettuare l’adesione attraverso gli uffici dei Servizi per l’impiego, anch’essi parte attiva del progetto (sportello youth corner con l’assistenza anche di un consulente).
L’adesione non è vincolata dall’elemento territoriale, quindi un soggetto può scegliere la Regione più idonea che ha attivato le misure più in linea con le esigenze del giovane.
Questa prima fase ha l’obiettivo di intervenire in maniera decisa in una situazione di emergenza occupazionale contingente, non trascurando però una fase di monitoraggio, di coordinamento e ancor più di programmazione per gli anni futuri. La previsione è quindi quella di estendere il progetto della garanzia giovani per il periodo 2014-2020.
Le risorse messe in campo:
Le risorse messe a disposizione per questo progetto sono di varia provenienza: per l’Italia sono stati stanziati 1 miliardo 513 milioni di euro di cui 567 provenienti dal finanziamento straordinario europeo nonché altri 567 milioni a carico del Fse oltre all’intervento nazionale posto sulla soglia del 40%.
La quasi totalità delle risorse economiche saranno gestite dalle Regioni; in caso di avanzo l’eccedenza sarà invece gestita dal Ministero per finanziare interventi di orientamento formativo e lavorativo sempre a favore di giovani, anche nell’ambito del percorso di istruzione.
Le fasi:
Il piano si sviluppa su 9 fasi, articolate, complesse e consequenziali tra di loro:
1: accoglienza, informazione e orientamento
2: formazione
3: accompagnamento o scouting
4: apprendistato
5: tirocinio con mobilità geografica
6: promozione del servizio civile nazionale
7: autompiego e autoimprenditorialità
8: servizio in mobilità professionale
9: bonus alle imprese
1: Accoglienza, informazione e orientamento:
Si tratta di un primo auditing; l’incontro con il giovane che vuole aderire al programma si svolge presso gli sportelli indicati dalla Regione di appartenenza o presso i Centri e Servizi per gli impieghi; qui può conoscere i servizi disponibili, gli obiettivi del programma e i soggetti aderenti allo stesso, ricevendo le informazioni di base per accedere alle misure previste dal progetto stesso.
L’orientamento consiste nella stesura di un profilo, realizzato attraverso le informazioni, personali, professionali e formative, fornite dal giovane durante il colloquio individuale mirato ad individuare le propensioni e attitudini del giovane, nonché nell’individuazione di un percorso da avviare sia esso di formazione o di introduzione al lavoro (pai – piano di azione individuale).
La fase di orientamento può prevedere fino a due livelli, alla fase di secondo livello si accederà quando si ritenga opportuno approfondire le attitudini del giovane, le sue motivazioni fino a giungere alla predisposizione di un progetto professionale vero e proprio. In questa fase potranno essere utilizzati sia colloqui individuali, che laboratori di gruppo o test psico attitudinali.
Durante questa prima fase di profiling gli aderenti saranno suddivisi in quattro classi di utenti in relazione alla loro distanza dal mercato del lavoro; le fasce rappresenteranno i livelli di svantaggio degli aderenti ovvero basso, medio, alto o molto alto.
Questa suddivisione terrà conto di molti fattori quali ad esempio l’età, il genere, il titolo di studio, la condizione occupazionale dell’anno precedente, la collocazione geografica nonché le competenze linguistiche e sarà determinante nella fase di programmazione degli interventi e degli incentivi con le aziende.
2: formazione:
Questa fase di per sé è la più importante in quanto è diretta a facilitare l’ingresso nel mondo del lavoro e gli interventi sono mirati a produrre un inserimento lavorativo di tutti i giovani o il reinserimento nei percorsi formativi di quei giovani in età compresa tra i 15 e i 18 anni che, avendo interrotto prematuramente gli studi non hanno completato un percorso formativo “certificato”.
Nel primo caso (inserimento lavorativo) l’obiettivo è quello di far incontrare domanda e offerta, creando specificatamente e sul campo la figura professionale richiesta dalle aziende aderenti al progetto.
Questo percorso di formazione “on the job” potrà durare dalle 50 alle 200 ore.
Nel secondo caso (reinserimento nei percorsi formativi) l’obiettivo è quello di consentire ai giovani privi di qualifica o di diploma di completare un ciclo di studio atto a implementare le proprie conoscenze favorendo così il loro ingresso nel mondo del lavoro.
3: accompagnamento:
Questa fase si pone l’obiettivo di individuare l’ambito operativo del piano, creando l’opportunità di far fare un’esperienza lavorativa.
Offre il supporto nella fase di ricerca attiva e della selezione accompagnando, appunto, il giovane all’incontro con l’azienda aderente.
In questa fase si identificano momenti e azioni attive diverse, ovvero:
a) scouting: individuazione delle opportunità occupazionali più adatte tenendo conto della propensione del giovane;
b) matching: incontro tra domanda e offerta finalizzata all’inserimento nel contesto lavorativo;
c) preselezione: colloquio tra giovane e azienda aderente con successiva definizione del progetto formativo e della tipologia contrattuale più idonea al percorso individuato.
4: apprendistato:
E’ il contratto che per sua peculiare natura è teso ad una formazione finalizzata all’inserimento nel mondo del lavoro.
Si tratta di fatto del primo ponte tra scuola e mondo del lavoro. Le ultime riforme in materia di lavoro (non ultima anche quella denominata Job Act del Governo Renzi) hanno dedicato ampia attenzione a questo contratto ritenuto appunto il migliore strumento per inserire in un contesto lavorativo affine i giovani che stanno o hanno da poco ultimato un percorso formativo.
Possono accedere a questo contratto i giovani tra i 15 e i 29 anni per un periodo minimo di 6 mesi.
Il nostro ordinamento prevede tre tipologie di contratti di apprendistato:
a) apprendistato per la qualifica e per il diploma professionale: finalizzato al completamento del percorso formativo; qui la durata varia a seconda della qualifica da conseguire in ogni caso non potrà superare i 3 anni o i 4 nel caso di diploma quadriennale regionale;
b) apprendistato professionalizzante o contratto di mestiere: rivolto ai giovani tra i 18 e i 29 anni, finalizzato a insegnare un lavoro direttamente sul luogo (formazione on the job); particolarmente interessante per gli artigiani dove l’esperienza dal vivo e diretta risulta essere il miglior modo di apprendimento pratico;
c) apprendistato per l’alta formazione e la ricerca: è una fase abbinata dove interagisce inserimento diretto in azienda e la possibilità di completare un ciclo di studi, (scuola superiore, master, dottorato, praticantato). E’ diretto ai giovani tra i 18 e i 29 anni. Anche in questo caso la durata del contratto è variabile in funzione della qualifica da conseguire.
5: tirocinio in mobilità geografica:
Si tratta di una vera e propria esperienza di lavoro in azienda; con una durata massima di 6 mesi estendibile a 12 nel caso di soggetti disabili.
Al giovane in tirocinio viene riconosciuta un’indennità mensile di € 500 con un massimo di € 3.000 per tutta la durata; è prevista una maggiorazione nel caso in cui il tirocinio venga svolto al di fuori della regione di appartenenza.
Nel caso in cui il tirocinio si converta, al suo termine, in un contratto di lavoro a tempo subordinato, entro 60 giorni, al datore di lavoro sarà riconosciuto un bonus per l’incremento occupazionale realizzato.
6: promozione del servizio civile:
A questa fase possono accedere i giovani tra i 18 e 1 28 anni e 364 giorni; lo scopo è quello di promuovere un’esperienza formativa di crescita civica e di volontariato così da migliorare i rapporti interpersonali, la capacità di lavoro di gruppo e il così detto problem solving.
L’accesso al servizio civile avviene mediante selezione svolta presso organizzazioni pubbliche o private che abbiano presentato idonei progetti presso l’Ufficio Nazionale per il Servizio Civile.
Questa fase appare come un’importante occasione per avvicinare i giovani al mondo sociale, alla solidarietà, alla partecipazione collettiva alla salvaguardia e tutela del patrimonio nazionale.
7: autoimpiego e autoimprenditorialità:
Sono previsti servizi, incentivi e finanziamenti a tassi agevolati a favore di coloro che vogliono realizzare un’iniziativa imprenditoriale in proprio.
Il percorso prevederà quindi un affiancamento nelle fasi di start up e in quelle fasi subito successive così da facilitare la nascita di nuove realtà imprenditoriali.
Esempi di servizi possono essere: la realizzazione del business plan; l’assistenza durante la fase di ricerca e richiesta di finanziamento.
L’accesso al credito potrà essere favorito dalla garanzia del Fondo di Garanzia al quale i giovani possono accedere per l’avvio della propria attività, qualora ritenuta valida ed innovativa.
8: servizio in mobilità professionale:
Strumento attuabile per i giovani che siano interessati ad una esperienza lavorativa all’estero o in una Regione diversa da quella di appartenenza. Ai giovani viene messo a disposizione un voucher per la copertura delle spese di viaggio, vitto e alloggio per un periodo massimo di 6 mesi.
Questa fase tende quindi a favorire lo scambio interprofessionale creando nuove sinergie che superano anche i confini nazionali.
9: bonus alle imprese:
Alle imprese che attraverso queste fasi creeranno nuova occupazione sarà riconosciuto un bonus parametrato in funzione della tipologia di contratto e del profilo dei giovani assunti.
Il bonus giovani è a carico dell’Inps e la sua misura varia da un minimo di € 1.500 ad un massimo di € 6.000 in funzione, come detto, del tipo di contratto attivato.
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