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Saggi
8 Novembre 2024
4 Minuti di lettura

Sono un lavoratore dipendente posso aprire Partita IVA?

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Uno dei dubbi può ricorrenti è il seguente: “Si può esercitare in modo contemporaneo un’attività come lavoratore dipendente e come autonomo titolare di Partita IVA?”. La risposta non è assolutamente mai univoca, ma è necessario verificare attentamente sul contratto di lavoro se questo non precluda l’esercizio di attività professionale.

In questo articolo di Mister Fisco scopriamo se i lavoratori assunti con contratto di lavoro subordinato possono svolgere contemporaneamente l’attività di lavoro autonomo e possono essere titolari di Partita Iva. Se sei lavoratore dipendente impiegato nel settore privato o nel comparto pubblico e sei intenzionato ad aprire Partita IVA per esercitare un’attività professionale o imprenditoriale, sei nella guida giusta. Qui potrai trovare una valida risposta a tutti i tuoi dubbi e richiedere una consulenza professionale personalizzata. Una volta conclusa la lettura integrale di questo approfondimento avrai appreso tutti gli strumenti utili per valutare se potrai svolgere contemporaneamente attività di lavoratore dipendente e avere Partita IVA.

Sono un lavoratore dipendente posso aprire Partiva IVA?

La risposta a questo quesito non è mai così scontata ed univoca in quanto bisogna valutare caso per caso: una situazione personale non potrà mai essere uguale o assimilabile ad un’altra. Per questo, è bene prestare massima attenzione e valutare con la dovuta attenzione. Ci sono differenti variabili che entrato in gioco ed è bene esaminare in modo certosino: obblighi (eventuali) di comunicazione nei confronti del proprio datore di lavoro, la possibilità di intraprendere un’attività di business con Partita IVA e il fatto di lavorare nel settore privato o nel pubblico impiego. Si tratta di fattori da valutare con la dovuta attenzione.

Cosa implica avviare un’attività con la propria Partita IVA?

Sempre più giovani e meno giovani decidono di mettersi in proprio e di avviare una propria attività professionale e/o imprenditoriale aprendo Partita IVA. Sono i numeri a confermare questa tendenza: l’ultimo Rapporto Ager pubblicato mette in evidenza il crescente numero di italiani pronti a lasciare il lavoro da dipendente per mettersi in proprio. Ciò riflette la volontà di cercare maggiore indipendenza, flessibilità, volontà di conciliare la vita professionale con quella familiare. Questo trend interessa soprattutto determinati comparti: servizi digitali, E-Commerce, turismo e food. Ogni lavoratore deve abbia intenzione di aprire Partita IVA deve verificare se l’attività che vuole svolgere richieda necessariamente l’apertura della Partita IVA.

Bisogna sottolineare che ci sono poche casistiche in cui non è necessaria: si pensi alle prestazioni professionali non abituali in cui l’aspetto intellettuale prevalga su quello organizzativo. In questo caso non occorre aprire Partita IVA. Ci sono altre casistiche in cui non è necessario aprire P.IVA, si pensi al caso dei giornalisti che redigono articoli per le testate con cui collaborano o al caso dei ghostwriter che scrivono ebook per imprenditori. In tutte le altre casistiche come attività artigianali ed imprenditoriali è sempre obbligatorio aprire Partita IVA. Anche l’apertura di un E-Commerce richiede l’apertura di partita Iva. Ad esempio, se sei un docente di scuola media superiore e vuoi avviare un E-Commerce, puoi aprire Partita IVA mantenendo il tuo lavoro da dipendente a patto che non ci sia concorrenza tra le due attività professionali svolte e sempre che il contratto di lavoro subordinato non lo vieti in modo espresso.

Obblighi di comunicazione del lavoratore dipendente nei confronti del datore di lavoro

Per i lavoratori del comparto privato generalmente lavoro autonomo con Partita IVA e lavoro dipendente possono coesiste contemporaneamente. Occorre prestare massima attenzione al rispetto del patto di fedeltà all’azienda presso la quale si lavora. IN altre parole, si tratta del patto di non concorrenza. Il lavoratore dipendente non può svolgere un’attività in concorrenza al datore di lavoro: il patto di fedeltà all’azienda potrebbe prevedere un divieto anche successivo alla fine del rapporto di lavoro. Il lavoratore dipendente, anche dopo aver concluso il rapporto di lavoro, è tenuto a non diffondere le informazioni aziendali ricevute durante il rapporto di lavoro. Si tratta di un aspetto rilevante che consente ai datori di lavoro di tutelarsi da possibili scambi dei flussi informativi con altri competitors.

La disciplina civilistica (cfr. articolo 2105 del Codice Civile) prevede l’obbligo di fedeltà del lavoratore di non trattare affari in competizione con il datore di lavoro e di non diffondere informazioni riguardanti l’organizzazione aziendale. Il mancato rispetto di tale previsione normativa comporta l’irrogazione di sanzioni per il lavoratore. L’obbligo di riservatezza delle informazioni aziendali permane anche dopo la fine del rapporto di lavoro. Il lavoratore che non rispetta il patto di riservatezza va incontro alla richiesta di risarcimento per il danno subito dal datore di lavoro e al licenziamento per giusta causa.

Comunicazione dell’apertura di Partiva IVA al datore di lavoro: è obbligatorio?

Una volta aperta Partita IVA per svolgere una propria attività imprenditoriale o professionale, è necessario comunicarlo al datore di lavoro? Per i lavoratori del comparto privato non c’è alcun obbligo di comunicazione in merito all’apertura della Partita IVA sia che si tratti di attività imprenditoriale svolta abitualmente sia che si tratti di attività di lavoro autonomo occasionale. L’importante per ogni lavoratore è quello di tutelarsi ed evitare dispute legali con il datore di lavoro.

Se sono lavoratore del pubblico impiego come devo comportarmi?

Fino a questo momento abbiamo illustrato la disciplina valevole per i lavoratori dipendenti del settore privato, le cose mutano nel caso di lavoratore del pubblico impiego. Nel comparto pubblico Partita IVA e lavoratore dipendente possono coesistere in modo più difficile in quanto i lavoratori della PA sono vincolati dall’obbligo di esclusività. Si tratta di un vincolo addizionale ulteriore rispetto a quelli indicati per il comparto privato. Il dipendente del pubblico impiego è chiamato a svolgere il proprio lavoro in maniera esclusiva per l’amministrazione pubblica statale o locale a cui appartiene. Tale obbligo non permette al lavoratore dipendente assunto nel settore pubblico di operare in autonomia aprendo Partita IVA. I docenti possono esercitare senza alcun problema la libera professione. I lavoratori impiegati in aziende a partecipazioni pubbliche non sono soggetti all’obbligo di esclusività: per questa platea di lavoratori dipendenti si applicano le medesime disposizioni previste per i lavoratori del comparto privato.

Tuttavia, esistono delle eccezioni al patto di esclusività per i lavoratori assunti nel pubblico impiego: in determinate casistiche Partita IVA e lavoro dipendente possono coesistere. Nel caso in cui il lavoratore del pubblico impiego sia assunto con contratto di lavoro part time ha la possibilità di aprire Partita IVA e svolgere un’attività imprenditoriale o professionale in proprio. La situazione cessa nel caso in cui il lavoratore dal contratto part time passa al contratto che prevede il full time. In questo caso c’è obbligo di chiusura della Partita IVA. Altra casistica riguarda un professore o professoressa che voglia aprire Partita IVA per espletare la libera professione (Commercialista, Avvocato, Architetto, etc.). Ad esempio, un Docente di Economia Aziendale potrà aprire Partita IVA per svolgere la professione di Dottore Commercialista oppure un Professore di Diritto Privato può aprire Partita IVA per svolgere la professione di Avvocato.

Le buone regole che il lavoratore del pubblico impiego deve seguire sono ascrivibili alle seguenti:

  • l’attività con Partita IVA non deve entrate in conflitto di interessi con la funzione esercitata in qualità di dipendente del comparto pubblico,
  • l’attività autonoma deve essere espletata al di fuori dell’orario di servizio,
  • l’attività non deve creare alcun tipo di problema allo svolgimento del lavoro espletato come dipendente statale.

Lavoro dipendente e Partita IVA: adempimenti fiscali e previdenziali

Una volta verificato che il lavoratore dipendente ha la possibilità di aprire Partita IVA e non si venga a creare alcun tipo di concorrenza con il datore di lavoro, è necessario valutare con la dovuta attenzione gli adempimenti fiscali e previdenziali. Svolgendo in contemporanea attività autonoma e lavoro dipendente, il lavoratore percepirà due redditi distinti, i quali devono essere indicati autonomamente in sede di dichiarazione dei redditi. In sede di apertura della Partita IVA è possibile scegliere tra due differenti regimi fiscali: regime forfettario e regime ordinario. Aprire Partita IVA Forfettaria comporta determinati vantaggi da non sottovalutare: avere una tassazione pari a 5 punti percentuali per i primi 5 anni di attività e successivamente beneficiare di un’aliquota pari al 15 percento, esonero dall’applicazione dell’IVA, degli ISA e delle ritenute d’acconto.

Per poter aderire al regime forfettario è necessario rispettare e verificare il possesso di determinati requisiti previsti dalla normativa vigente. Nel caso in cui si opti per l’apertura della Partita IVA con regime ordinario non sussistono i limiti previsti dalla normativa: si tratta del regime fiscale naturale per tutti coloro che fatturano oltre la soglia di 85mila euro all’anno. Si tratta di un regime fiscale più complesso che prevede la tenuta dei registri IVA e l’applicazione di costi di gestione più elevati. Per maggiori informazioni, è sempre bene richiedere una consulenza personalizzata al tuo Commercialista di fiducia.

Per richiedere una consulenza professionale, scrivi alla Redazione

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